Pensieri e Strategie
Questo non è un blog sulla tecnica fotografica.
È un archivio di analisi e riflessioni sul business della fotografia di alto livello. Un luogo dove condivido apertamente il mio processo, i miei errori e il mio metodo per trasformare il talento creativo in un'impresa solida e profittevole.
Qui, ogni ragionamento nasce dalla trincea, non dalla cattedra.
AFFINITA’
Avevo sempre avuto un rapporto conflittuale con mia madre, concentrandomi più sulle divergenze che sulle somiglianze. Solo dopo la sua scomparsa ho capito la nostra vera affinità: non eravamo uguali, ma camminavamo paralleli nella stessa direzione, uniti da una profonda e comune ricerca della bellezza.
Per me, oggi, il significato più autentico dell'affinità risiede proprio in questo: un transito che non perde nulla, un'accoglienza reciproca che non cancella le differenze, ma le onora.
RADICI
Vi siete mai chiesti cosa cambiereste, se poteste tornare indietro? Non è solo un gioco mentale. È un modo per misurare quanto il passato abiti il nostro presente.
Ogni scelta non fatta, ogni persona persa o incontrata, ogni errore o deviazione: tutto ha contribuito a costruire il nostro io. Un io che cresce su radici fatte di esperienze, valori trasmessi, memoria viva.
In questo articolo ho provato a raccontare, con parole e immagini, cosa significa davvero avere radici. Non come nostalgia o peso, ma come fondamento invisibile da cui prende forma ogni passo che facciamo nel tempo.
Un tempo che non è solo fisica, ma storia, emozione, eredità. E che ci chiede, sempre, di ricordare da dove veniamo—per poter scegliere, ogni giorno, chi vogliamo diventare.
MEMORIE
Cosa resta, davvero, della memoria?
Non il ricordo meccanico, ma la luce che filtrava in una stanza, la forma di un’ombra, l’eco di una voce. Memoria è il tempo che si incolla alla pelle, che resiste agli archivi e sfida la razionalità. In questo articolo ho provato a raccontare una memoria fatta di sabbia, di onde modellate a pennello, di una maschera gettata a terra come il volto di un’umanità che non sa più imparare. Un’immagine nata da una domanda: e se la memoria collettiva fosse l’unico modo per evitare di ripetere la storia?
TENSIONI
Cosa succede quando una parola come “confine” incontra l’occhio di un fotografo? Diventa soglia, racconto, tensione. In questo viaggio tra filosofia, linguaggio e immagine, il confine si trasforma da limite fisico a strumento narrativo, da regola a ribellione. E dentro una goccia d’acqua — fluido insubordinato — si scopre un’idea di libertà che rompe gli argini del pensiero visivo. Perché anche nello Still Life, dove tutto è controllo, c’è spazio per l’imprevisto.